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Come ridurre i rischi dell’elettrosmog?

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inquinamento elettromagneticoSotto accusa le radiofrequenze dei cellulari, sembrerebbero nuocere alla salute di chi si ostina ad usare il dispositivo con assiduità lasciandolo anche acceso durante la notte. Ma è vero che le onde elettromagnetiche fanno male alla nostra salute?

Fino ad oggi non vi è alcuna evidenza scientifica rispetto a questa probabilità, al rischio dell’uso frequente dei cellulari per la salute dell’uomo.

L’allarmismo dilagante genera sempre qualche spunto di riflessione, e in questo articolo vogliamo dedicarci alla questione cercando di capire qual è la pericolosità effettiva dei cellulari.

Oggi il cellulare, lo smartphone per dirla nel gergo più tecnologico, è di uso quotidiano. In molte famiglie se ne contano anche due a persona e perfino gli adolescenti ormai possono vantare modelli di ultima generazione. Dal cellulare si può fare tutto, dalla chat alla navigazione in rete, all’utilizzo delle app’ che aiutano in tantissimi modi chi cerca una strada, un negozio, chi pratica sport, chi vuole consultare una ricetta etc… Il cellulare è anche diventato un co-protagonista di film cinematografici che mostrano come la nostra vita sia cambiata da quando questo oggetto iper-versatile ha fatto la sua comparsa.

Dal lavoro alla vita privata il cellulare ci accompagna fedelmente tra un beep e un trillo senza darci tregua. E quando non squilla o non suona, ci si preoccupa di controllare se va tutto bene, se prende, se è scarico, se funziona tutto come sempre.

Un recente episodio, legato al caso di un imprenditore bresciano che per oltre 10 anni ha utilizzato il cellulare per diverse ore al giorno, e che è stato colto da un tumore benigno al nervo trigemino legato all’uso eccessivo di questo apparecchio, ha scosso l’opinione pubblica sulla pericolosità presunta delle onde elettromagnetiche emesse dal telefono.

All’imprenditore è stata riconosciuta una pensione di invalidità all’80%, in seguito alla riconducibilità del tumore asportatogli all’uso del telefono. Da quel momento si sono succedute tesi a conferma della pericolosità dei cellulari e altre a sostenerne il contrario. Sicuramente la questione legata alla invasività dei campi elettromagnetici è viva e tiene allertata l’opinione pubblica e l’informazione.


Il lavoro delle ricerche che studiano le onde elettromagnetiche dei cellulari sono sempre impegnate ad indagare nei rischi che corriamo a causa del cellulare.

L’International Agency for Research on Cancer – IARC – si è espressa definendole ‘potenzialmente pericolose’, in una scala di riferimento, sono state assegnate al livello 2B, uno standard di misura che definisce la quantità di radiazioni assorbite dal corpo umano.

Nel frattempo per mostrare l’innocuità del dispositivo, tante aziende produttrici di cellulari hanno stabilito di indicare su ogni modello i valori del prodotto, espressi in Watt per Kilo e il cui limite di tolleranza è di 1.6 W/Kg negli Stati Uniti e di 0.8 in Europa.

Malgrado ciò, i livelli di guardia restano alti, perché la contaminazione delle onde elettromagnetiche (e non parliamo solo di cellulari) è stata associata sempre più all’aumento dell’incidenza di diversi disturbi e patologie anche gravi (Alzheimer, neoplasie, sclerosi multipla, glaucoma).

L’inquinamento elettromagnetico (‘elettrosmog’), oggetto di indagine negli ultimi anni, non è solo legato all’uso dei cellulari o comunque di apparecchi telefonici, ma anche ad altri dispositivi insospettabili, come le antenne televisive, radiofoniche, radar etc… ed in casa la TV, la sveglia,il forno micro-onde, il sistema di allarme, il modem, etc… ma anche negli ambienti di lavoro, le saldatrici, i sistemi elettrici, i macchinari elettromedicali, le lampade etc…

Proprio a questo scopo, per tenere la situazione sotto controllo in attesa di conferme definitive, essendo la nostra vita quotidiana così sovraesposta alla contaminazione da campi elettromagnetici ad alte e basse frequenze, generati da vari dispositivi, è importante rispettare limiti di esposizione stabiliti dalla normativa nazionale mediante delle misure del campo magnetico ed elettrico.

 

Il monitoraggio dei campi elettromagnetici avviene per mezzo di strumentazioni specifiche che verificano il rispetto dei limiti di legge e che individuano la sorgente che genera un determinato inquinamento elettromagnetico.

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