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Stati Uniti, Fed per ora favorevole a tre rialzi nel 2018

La Federal Reserve sembra orientarsi gradualmente verso un’opinione discretamente omogenea sul fronte della propria policy e, in particolar modo, sembra essere coerentemente in grado di confermare (per ora) i tre rialzi dei tassi per il 2018, esattamente come avvenuto nel 2017.

Dalle dichiarazioni degli ultimi giorni emerge comunque come Kaplan (della Fed di Dallas) abbia affermato di essere preoccupato di un possibile surriscaldamento dell’economia, spinto anche dallo stimolo fiscale faticosamente approvato, con una previsione di tasso di disoccupazione sotto il 4% entro la fine dell’anno. Kaplan ha affermato inoltre di ritenere opportuno reagire “più presto piuttosto che più tardi” e che è favorevole a una visione di tre rialzi dei tassi nel 2018, senza peraltro escluderne addirittura quattro.

Kaplan ha poi aggiunto che riconosce l’esistenza di forze contrastanti sull’inflazione spinta verso l’alto dalla riduzione di risorse inutilizzate, ma comunque frenata da sviluppi tecnologici che riducono il “pricing power” delle imprese.

Tra le altre autorevoli dichiarazioni, Mester (della Fed di Cleveland) sostiene che potrebbe essere opportuno proseguire con i rialzi graduali dei tassi, per poi rivalutare il quadro metodologico della politica monetaria per aumentare la trasparenza e migliorare la comunicazione. Evans (della Fed di Chicago) ha voluto mantenersi più cauto, sostenendo che per il momento non vi sono pressioni inflazionistiche e che la Fed deve evitare che la curva si inverta.

Evans ha infine aggiunto il proprio parere ulteriore, secondo cui potrebbe essere opportuno attendere almeno al mese di giugno prima di effettuare il primo rialzo del 2018, e che forse tre rialzi potrebbero essere troppi.

Insomma, il comitato di politica monetaria rimane diviso sulla velocità dei rialzi, ma il consenso resta favorevole, almeno per ora, a tre rialzi nel 2018.

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