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I dolcificanti fanno male?

sugar-973899_960_720Secondo quanto afferma una recente ricerca condotta dalla York University del Canada, i dolcificanti, utilizzati al posto dello zucchero per non ingrassare, potrebbero condurre a complicazioni ancora più gravi di quelle che si cerca di evitare mediante il loro utilizzo.

Per i ricercatori, infatti, sebbene sia vero e accertato che i dolcificanti possono limitare l’assunzione di calorie, è anche vero che sarebbero in grado di aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

Per poter arrivare a tale conclusione i ricercatori canadesi hanno analizzato i dati di un campione di oltre 2.800 adulti che hanno preso parte alla Third National Health and Nutrition Survey, e sono stati sottoposti a un test per poter rilevare l’intolleranza al glucosio, che predispone al diabete.

Ebbene, dallo studio in questione sarebbe emerso che l’aspartame contenuto nei dolcificanti sarebbe in grado di aumentare il rischio di sviluppare un’intolleranza al glucosio. Pubblicato sull’ultimo numero della rivista Applied Physiology, Nutrition and Metabolism, la ricerca pone dunque sul banco degli imputati i dolcificanti. E non è certamente il primo studio che lo fa: qualche settimana fa un’analisi canadese aveva ad esempio dimostrato la correlazione sussistente tra l’utilizzo dei dolcificanti artificiali e l’obesità dei nascituri.

Per l’analisi, infatti, l’obesità infantile sarebbe correlata positivamente al consumo quotidiano di bevande che vengono dolcificate artificialmente. Un altro duro colpo al business dei dolcificanti e, probabilmente, un ulteriore tassello che creerà confusione tra coloro che desiderano fare il loro ricorso per poter evitare i danni derivanti dallo zucchero. E voi che ne pensate?

I cibi con troppo zucchero da evitare

Fin qui, una panoramica sui dolcificanti. Ma che dire dello zucchero? Fermo restando che nella maggior parte dei casi l’eccesso di zucchero fa male e dovrebbe dunque essere sostituito da un dolcificante, ci sono degli alimenti in cui naturalmente non è possibile effettuare questa sostituzione.

Ecco, di seguito, gli alimenti con le maggiori fonte concentrate di zucchero, da tenere a bada nella propria politica di sicurezza alimentare:

  1. Zucchero di canna. Lo zucchero di canna è la forma più diffusa di zucchero che si trova negli alimenti confezionati, nei prodotti da forno e in alcune bibite. Lo zucchero di canna deriva dalla pianta della canna da zucchero e contiene saccarosio, che nell’organismo viene scomposto in glucosio e fruttosio, provocando così una risposta insulinica.
  2. Miele. Il miele è spesso considerato un’alternativa più sana allo zucchero di canna perché viene raccolto naturalmente dagli alveari delle api e ha un certo valore nutrizionale. Il fruttosio, più dolce del saccarosio o del glucosio, è il principale zucchero presente nel miele. Anche se il miele può avere alcuni benefici per la salute, deve essere consumato con moderazione.
  3. Agave. Alcune persone hanno iniziato a sostituire lo zucchero di canna con lo sciroppo d’agave perché, a quanto pare, è più basso nell’indice glicemico e quindi meno soggetto a picchi di insulina. Tuttavia, questa affermazione non è stata ben supportata dalla ricerca. Come il miele, l’agave contiene una percentuale maggiore di fruttosio rispetto allo zucchero di canna.
  4. Sciroppo di mais. Lo sciroppo di mais, soprattutto quello ad alto contenuto di fruttosio contiene tanto zucchero e non segnala la sazietà come farebbe un uguale numero di calorie consumate in una forma diversa.
  5. Latticini. Il lattosio è la forma naturale di zucchero presente nei prodotti caseari. Molti adulti hanno un’intolleranza al lattosio, che rende gli zuccheri dei latticini difficili da digerire.
  6. Frutta. Tutti i frutti contengono una certa quantità di zuccheri naturali, o fruttosio. Alcuni frutti, come le banane, sono più ricchi di zuccheri di altri, come i frutti di bosco. Poiché il fruttosio della frutta è accompagnato da fibre, rallenta la risposta insulinica dell’organismo, rendendola un’alternativa più sana agli zuccheri aggiunti.

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